Un lunedì al Brentei
Una fredda alba ottobrina
Fa freddo stamattina, un freddo becco. Non sono ancora le 7,30 e nella spianata di Brenta Bassa il prato è bianco di brina. Se non fosse per qualche pennellata di colore sulle poche e sottili nubi nel cielo il panorama potrebbe esser definito come una bella foto in bianco e nero, con una infinità di sfumature grigie a dare corpo e profondità all’immagine. Ormai da un paio d’anni il lunedì in Brenta è diventato un appuntamento fisso: il cantiere per la ristrutturazione del rif. Brentei, coi suoi piccoli e grandi problemi, richiede una presenza costante del direttore lavori. E come Presidente della sezione di Monza del CAI, proprietaria del rifugio, esser presenti il più possibile è un dovere. Così anche questa mattina alle 4,30 eravamo in auto per venire quassù. Oggi però non siamo qui solo per la visita settimanale al cantiere. Siamo qui per un motivo ben preciso: RAI 3 Trentino mi intervisterà assieme ad uno dei progettisti per fare un servizio sul rifugio.
… ottobre, brina e panorama in bianco e nero …
Giornalisti ed elicottero
Oggi quindi saliremo al rifugio in elicottero, una manciata di minuti per superare un migliaio di metri di dislivello anziché un paio d’ore di camminata lungo la Valbrenta. Lo sentiamo arrivare che è ancora lontano, sparisce per qualche istante dietro un roccione e poi con un largo giro sulla piana di Brenta Bassa atterra nel prato in un gran turbinio di vento. Non appena il tecnico a terra ci da l’ok saliamo sull’elicottero e una volta chiuso lo sportello si decolla. Un attimo dopo eccolo lì il rifugio, a 2200 metri nella piana dei Brentei. Prima di atterrare il pilota ce lo fa vedere su tutti i lati girandoci intorno, poi posa i pattini sull’erba gelata, si apre il portello e noi scendiamo a terra.
… elicotteri e cantieri in quota …

Rifugi, bivacchi e panorami
L’elicottero continua col suo andirivieni: prima scarica altre persone poi inizia con i trasporti dei materiali necessari al cantiere. Sale sempre carico, ma anche quando scende lo fa con reti stracolme attaccate al lungo cavo: scarti, macerie, rottami e rifiuti. Iniziamo a fare un giro del rifugio con Andrea Selva, il giornalista di RAI Trentino, per individuare i punti migliori per fare riprese ed interviste. Entriamo nel nuovo bivacco, poi ne usciamo e ci giriamo intorno per vederlo anche da fuori, da vicino e da più lontano. Da dentro il bivacco la grande vetrata rivolta a ovest ti fa sentire parte del paesaggio, ma una volta usciti e allontanati quel tanto che basta ci giriamo e restiamo a bocca aperta a guardare le cime e i ghiacciai riflessi nella vetrata. Spettacolo!
… rifugi, bivacchi e riflessi …

Inizia l’intervista
Videocamera accesa e iniziamo a parlare del rifugio, della sua storia, del progetto e della sua realizzazione. Qualche domanda a me, qualche domanda al progettista, ma lo sguardo di tutti va sempre a finire su quell’enorme parete: il Crozzon di Brenta coi suoi mille e passa metri di sviluppo verticale. Non si parla più di del rifugio, o meglio: si parla di quanto sia stato importante per l’alpinismo e per tutto il Brenta. E qui Entra in gioco l’amico Brambo: ha salito queste pareti da ogni via possibile, ne conosce diedri, tetti, placche e appigli. Anche il nostro intervistatore è affascinato dalle sue parole e continua a registrare senza quasi far domande.
… mille e più metri di parete davanti a noi …

E’ l’ora di scendere
Ultimi scambi di battute, ultime domande per l’intervista. Quel che dovevamo fare l’abbiamo fatto, ma prima di scendere dobbiamo ancora parlare con Giovanni: è lui che coi suoi collaboratori sta lavorando alla ristrutturazione del rifugio. Ci aggiorniamo sui lavori fatti e sul programma per i giorni successivi, poi ci salutiamo e ci prepariamo per scendere a valle: la giornata è spettacolare, sarà un piacere camminare per un paio d’ore con questo panorama davanti agli occhi. Ci incamminiamo verso valle, ma non prima di aver dato un’ultima occhiata al rifugio.

Senza fretta
E’ ancora presto e non abbiamo nessuna fretta di arrivare a valle: il cielo è limpido e di un azzurro intenso, davanti a noi i ghiacciai della Presanella e dell’Adamello creano un contrasto di colori con le rocce e i boschi nella valle. Ci fermiamo ai Casinei per un veloce saluto a Corrado, il gestore del rifugio, poi scendiamo a Vallesinella e seguendo il sentiero delle cascate di mezzo torniamo alla piana di Brenta Bassa. E’ un bel sentiero che segue il torrente, passa dalle cascate e attraversa un bellissimo bosco di latifoglie. Siamo sempre fermi a far foto: scorci e colori cambiano di continuo e non è possibile passare restando indifferenti. Chiacchierando con calma arriviamo a valle, purtroppo dobbiamo tornare a casa. Ma tra una settimana saremo ancora qui!
… cascate, boschi e ghiacciai …


