Si va in Valsassina in mountain bike
Dalla pianura alle montagne in un pomeriggio
Quest’estate, per vari motivi e visto che le Guide di mtb lavorano anche quando gli altri sono in ferie, stiamo facendo un po’ avanti e indietro tra Monza e la Valsassina: si prende un po’ di fresco e si fa qualche escursione. Visto però che adesso dovremo fermarci su per qualche giorno decido quindi di portarmi la mountain bike. Ma c’è un problema: la mia macchina, dove ci staremmo in tre e riusciremmo anche a infilarci la bici, è guasta. Abbiamo a disposizione solo la “macchinetta” dove in tre ci stiamo anche coi bagagli, ma la bici no, non ci sta proprio. Come possiamo fare? No problem: da casa mia a Pasturo sono una sessantina chilometri, se non c’è posto in macchina per la bicicletta pedalerò io fin lassù.

I soliti sentieri
Così, dopo aver pranzato leggero, in un bel lunedì pomeriggio d’agosto carico i bagagli in macchina a moglie e figlia, salto in sella e via verso la Valsassina. Sono in mountain bike, decido quindi di scegliere un percorso che per la maggior parte passi per sentieri o sterrate: tempo e voglia di pedalare non mancano. Attraverso il “solito” Parco, percorro i “soliti” sentieri nella Brianza verso Montevecchia, affronto la “solita” salita a Sartirana e poi giù fino sull’Adda che costeggerò fino a Lecco.
seguendo i “soliti” sentieri da Monza fino all’Adda

Il tempo passa …
La giornata è bella e non fa neanche troppo caldo, purtroppo però i temporali dei giorni scorsi hanno segnato profondamente il percorso: le pozzanghere sono asciugate, ma ci sono un’infinità di alberi caduti sui sentieri che mi costringono a continui rallentamenti, spesso con deviazioni a piedi nel bosco, per poter superare l’ostacolo. Così perdo un sacco di tempo e sull’alzaia dell’Adda ci arrivo nel tardo pomeriggio. Ho fatto poco più di metà strada, sarà dura arrivare a Pasturo per cena come concordato, così arrivato a Brivio mi fermo in gelateria per una merenda.
La luce ormai radente del sole illumina tutto in maniera diversa

Ormai è sera
Adesso la strada è più libera dagli ostacoli, pedalo veloce e in breve arrivo a Calolziocorte dove attraverso il fiume sul ponte ciclopedonale. L’idea è quella di raggiungere Lecco e quindi arrivare in Valsassina dalla salita di Montalbano.

Ma si sta facendo veramente tardi e visto che ormai di auto ce ne sono in giro proprio poche, per far prima imbocco la vecchia strada che sale a Laorca e raggiunge poi Ballabio in Valsassina. La mitica “Ballabio” salita con la bici da corsa un sacco di volte e sempre odiata e amata dei ciclisti brianzoli. Il sole è ormai tramontato da un po’ e mentre la Grignetta mi guarda dall’alto avvolta nella foschia serale accendo le lucine che ho sempre montate sulla bici (su tutte le mie bici, in verità): non servono per vedere ma sono indispensabili per farsi vedere!



Pedalando di buona lena in breve arrivo al colle di Balisio, da li poi giù a tutta fino alla piana di Pasturo: fa freschino adesso, un antivanto non darebbe fastidio, vabbè dai, tanto ormai son giù. Bè direte: sei arrivato finalmente! Si, a Pasturo sono arrivato, ma mi aspettano lassù in cima al paese: ancora salita … Dai, ancora un piccolo sforzo ormai ci siamo. Eccoci qua, finalmente possiamo scendere dalla bici: ormai è buio e la cena è già nel piatto. Con la fida Genius si arriva dappertutto! Fa niente se i chilometri son diventati 75, anzichè 65 e il dislivello ha abbondantemente superato i 1000 metri, del resto sali di qua e scendi di la, risali ancora e poi scendi giù … Però la Genius è contenta: non si divertiva così da un bel pezzo!