Scialpinismo, alternativa invernale alla mtb
Finalmente si scia
Una stagione strana: in montagna ha nevicato come non succedeva da decenni ma fino a poche settimane fa, per via della pandemia di Covid e dell’alto pericolo di valanghe, non è stato possibile muoversi per andare a fare scialpinismo. Adesso però cerchiamo di recuperare il tempo perduto, così quando gli amici chiamano per sapere se il giorno dopo sono libero rispondo subito di si.
Giornata fredda
Il meteo per oggi prevedeva temperature polari, con lo zero termico a 400 mslm, così decidiamo di non partire troppo presto e cercare una meta con percorso esposto al sole. Mi passano a prendere alle 8 (!) e ci dirigiamo al punto d’incontro col resto della compagnia. Breve summit e dopo aver scartato Valgerola e Valtartano (chissà quanta gente ci sarà …) puntiamo al Motto della Croce, un classico e meno noto itinerario sulle montagne dell’alto Lario.
… ci attendono panorami mozzafiato sul lago di Como …

Una bella giornata di sole
Come da normativa vigente ci dividiamo sulle auto ben distanziati e con mascherina, poi imbocchiamo la S.S. 36 verso nord direzione Lecco. Primo appuntamento al bar vicino all’Hotel San Martino: li ci aspetta Guru per unirsi alla combriccola. Arriviamo, ci salutiamo, entriamo nel bar, ordiniamo i caffè e … E Paolo si accorge che al cambio auto ha caricato solo sci e scarponi, ma lo zaino col portafogli è rimasto sulla sua auto a Monza! Rapido conciliabolo mentre beviamo il caffè: indietro non si torna. Guanti, occhiali e tutto quello che gli serve lo abbiamo noi e condivideremo.
qualche imprevisto, giusto per mettere un po’ di pepe alla giornata

Stradine, ghiaccio e parcheggi brillanti …
Il traffico è intenso, ma veloci arriviamo a Colico. Prendiamo la strada per Como fino a Domaso, dove inizieremo a salire verso Vercana e Tabbiadello. Man mano che saliamo di quota il panorama si allarga e la strada si stringe. Cerchiamo di arrivare più su possibile, il versante è tutto al sole e la copertura nevosa è decisamente più in alto, ma la strada inizia ad esser coperta dal ghiaccio: prima a tratti, poi sempre più continuo finché diventa impossibile proseguire senza gomme chiodate. A un certo punto la nostra auto inizia a scivolare per le gomme che slittano, ma far manovra qui è quasi impossibile. Anche perché gli altri scialpinisti presenti oltre a noi hanno parcheggiato nell’unico punto dove poter far manovra e non hanno nessuna intenzione di spostare le loro auto nonostante le nostre proteste e quelle dei vari locals costretti a bloccarsi con le loro auto. Tra una maledizione e l’altra si sentiva bofonchiare: ” i sòlit milanès …”
Comunque tira di qua, spingi di la, un po’ su e un po’ giù finalmente riusciamo a girare il nostro Transit, che è appena appena ingombrante, per parcheggiare una cinquantina di metri di dislivello più giù, mentre Guru col suo pickup 4×4 riesce a infilarsi in qualche modo in una piccola rientranza in salita. Le auto dei locali finalmente riescono a passare e dietro a loro un suv con due bionde a bordo che ci salutano: cavoli, ma è Marta con una sua amica! Si uniscono al gruppo con piacere e una volta parcheggiato saliranno con noi. La strada è ghiacciata ma la neve sciabile inizia un po’ più in alto, così leghiamo gli sci allo zaino e saliamo camminando per una mezzoretta.

Faggi, castagni, abeti e la galaverna
Siamo quasi al limite dei boschi, poco più su usciremo allo scoperto su quelli che in estate sono pascoli di montagna, però ogni volta che arriviamo in questo posto è un continuo fotografare: sarà per il clima dovuto al lago qui sotto, sarà per l’umidità dei luoghi, ma gli alberi hanno i rami completamente spogli sul versante sud e coperti di galaverna verso nord. Giochi di luce spettacolari!

Finalmente calziamo gli sci
La copertura nevosa è ormai completa, sci ai piedi e si inizia a salire. Chi va più forte, chi va più piano, chi fotografa, chi si ferma a bere: nessuno ha fretta di arrivare in cima. La temperatura è gradevole, iniziamo a togliere strati di vestiario, com’era? In montagna ci si veste sempre “a cipolla”! Si suda e si sale, solo arrivati in vetta una leggerissima brezza da Nord ci ricorda che siamo solo a metà febbraio. Via le pelli di foca, assetto da discesa e giù infilando una curva dietro l’altra in una neve decisamente gradevole. Peccato che la discesa dura sempre troppo poco, anche se ripaga appieno della fatica fatta in salita. Ancora qualche foto, poi con la neve sempre più scarsa siam costretti a togliere gli sci e raggiungere le auto a piedi. Poco meno di 1000 metri di dislivello, un panorama da urlo e una bella compagnia, manca qualcosa? Bè, in realtà visto che eravamo di strada siamo poi passati a trovare l’amico Umbino bloccato alla sua baita dalla rottura del tendine d’Achille: salame, bresaola, formaggio, vinello e il cerchio si è chiuso. Adesso possiamo anche ributtarci nel traffico di auto incolonnate per tornare a casa.
… ogni curva sembra finire nel lago di Como …

