Nella Piana di Campagneda
In Ebike ai piedi della montagna
Uno degli angoli più belli della Valmalenco è la piana di Campagneda, con l’Alpe Prabello e i grandiosi panorami verso il Monte Disgrazia, i ghiacciai e le cime del gruppo del Bernina (il quattromila più orientale delle alpi). E poi li sopra c’è lui: il Pizzo Scalino. Ho perso il conto di quante volte sono arrivato in vetta, a piedi o con gli sci, ma altrettanto innumerevoli sono le volte in cui son salito solo fino all’alpe Prabello per scattare qualche foto o per fare quattro passi rilassanti in questa conca tra i monti. Andrea ieri mi ha chiamato perché voleva salirci in mountain bike, anzi: in Ebike: “Salgo ogni anno il Pizzo Scalino con gli sci, ma senza neve non ci sono mai stato. Ho visto foto meravigliose. Tu che conosci bene la zona mi accompagneresti?”
Detto fatto
Telefono agli amici di Parcobici per chiedere se tra i mezzi che noleggiano hanno disponibile la ebike giusta per quel giro e la risposta è si. Nel pomeriggio passo a ritirarla, così nel breve tragitto verso casa prendo confidenza col nuovo motore Bosch: Spettacolo! Domani ci sarà da divertirsi!
Nuvole e montagne
Venerdì mattina: il meteo previsto non è un granché, nuvoloso variabile. Partiamo da Monza con un cielo grigio che però diventa in buona parte blu una volta arrivati in Valtellina, anche se le nuvole son sempre li a ridosso delle montagne.
… nuvole, cime coperte e pascoli di fine estate …



Sterrate e panorami
Si parte da Campo Franscia e si inizia subito a salire su asfalto. Subito … bè, prima ci beviamo il caffè nell’unico baretto aperto, poi iniziamo a salire sulla strada che porta a Campo Moro incontrando piccole mandrie di mucche: ormai in quota l’estate è finita e si scaricano gli alpeggi portando gli animali sui pascoli di fondo valle. L’asfalto è buono, ma il passaggio delle signore dell’alpe ci costringe a prove di equilibrio in uno slalom continuo tra tutto ciò che resta a terra dopo di loro… Finalmente il bivio: giriamo a destra prendendo la sterrata che ci porta oltre il limite delle pinete, tra i pascoli in quota. Qui la strada gira tra torrenti, dossi e zone umide, ma nonostante le nuvole il panorama è spettacolare. Siamo sempre fermi a far foto, il bike tour è breve e abbiamo tempo anche per questo. Andrea è quasi stupito dalla bellezza dei luoghi, poi sopra di noi c’è sempre il Pizzo Scalino che mette quasi soggezione con la sua imponenza. In veste invernale o senza neve è sempre una bella montagna
… baite, mucche, pascoli e il Pizzo Scalino sopra di noi …

L’alpe Prabello
Eccola la in fondo l’alpe Prabello: piccoli gruppi di baite sparsi nella piana di erba verde attraversata da ruscelli con acqua cristallina. Due costruzioni dominano la conca: il Rifugio Cristina e il Santuario Madonna della Pace. Baite, prati, ruscelli, fontane, capre bianche che pascolano tra le baite: è un continuo scattare foto!



Si prosegue
Il profumino di buono che usciva dalla cucina del Rifugio Cristina è una gran tentazione, ma è ancora troppo presto per potersi sedere a tavola. Peccato, ci toccherà provare la cucina di uno degli altri ristori che incontreremo in discesa. Girovaghiamo ancora un po’ per la piana, poi riprendiamo a salire sulla traccia che con un largo giro porta verso i laghi di Campagneda.
… il profumo che esce dalla cucina ci fa esitare prima di ripartire …

Il Pizzo Scalino ci guarda
Proprio dietro al rifugio prendiamo una breve rampa ripida e scassata che ci permette di raggiungere la larga traccia che porta verso i pascoli più alti. Bè, finora ho usato poco o niente l’assistenza del motore, ma tra sassi e gradini inizio a sfruttarla. Ci vuole comunque un bel manico per stare in sella e superare gli ostacoli, ma è decisamente tutta un’altra musica … Adesso la traccia tra i pascoli si fa ampia, anche se lo scorrere dell’acqua e il passaggio degli animali ne hanno parecchio rovinato il fondo. Cambia il panorama e sembra di essere in un altro mondo: saranno i giochi di luce, sarà che non incontriamo nessuno, ma procediamo in silenzio guardandoci in giro col sottofondo di un lontano suono di campanacci e il ronzio sordo del motore delle nostre Ebike.
… procediamo in silenzio, si sente solo il sordo ronzio del motore delle nostre Ebike …

Incidenti di percorso
Sali, scendi, gira intorno al dosso, cerca la traccia migliore che evita i sassi più grossi e i tratti di sentiero più scassati: con un bel po’ di tecnica e tanta esperienza ci divertiamo parecchio girovagando tra questi dossoni erbosi tra grandi massi. Iniziamo una discesa spettacolare sulla traccia che scende tra i magri pascoli dove ci fermiamo per un breve video. Andrea inizia a percorrere la seconda parte della discesa, lo lascio allontanare un po’ e parto anch’io. Ma al primo colpo di pedale sento un colpo secco alla ruota posteriore: ma porc….. si è rotto il cambio! Si è rotto proprio li, dove si attacca al telaio: ma come diavolo si fa a pensare di usare materiali plastici (potenzialmente fragili!) per un pezzo così delicato?!? Praticamente un pessimo modo per finire una bella giornata, unico lato positivo è che ormai è finita la salita.
… cambio rotto, per fortuna che adesso è tutta discesa …

Finalmente si mangia
Era una bella giornata, fino a quel momento. Poi in un attimo tutto è cambiato. Ma adesso … bè, adesso la fame inizia a farsi sentire con prepotenza: cercare di ovviare alla rottura del cambio ci ha fatto perdere un po’ di tempo. Sarà meglio trovare un posto dove poter zittire almeno i lamenti dello stomaco. Ci fermiamo ad un ristoro, anche perché non possiamo raggiungere il successivo: c’è una salita di mezzo e io ho dovuto smontare cambio e catena alla mia ebike. Il tagliere salumi e formaggi è uno spettacolo, la polenta che lo accompagna ancor di più: che vada a quel paese il cambio e chi l’ha progettato!
… formaggi, salumi e un trionfo di polenta …

La traccia
La rottura del cambio non ci ha permesso di completare l’itinerario che avevamo in mente, ma va bene così: questi posti meritavano di esser visti. Ci torneremo presto per completare la traccia ma soprattutto per percorrere anche altri trail tecnici e panoramici come quello di oggi

Foto
Le foto che accompagnano l’articolo sono in parte dell’autore e in parte di Andrea Riva