Dopo l’andata c’è sempre il ritorno
Rientro dalle montagne
Qualche giorno fa io e la fida Genius abbiamo raggiunto Pasturo, in Valsassina, partendo da Monza e attraversando mezza Brianza. Una volta arrivati ci siam fermati qualche giorno, giusto per un po’ di relax e qualche breve escursione, ma adesso è venuto il momento di tornare a casa. Ho tutta la giornata a disposizione oggi, quindi faccio la mia bella colazione con calma, preparo lo zainetto, controllo la Genius, ci beviamo un bel caffè al bar con amici e parenti, poi saluto tutti e finalmente verso metà mattina mi avvio.

Sarà lunga anche oggi
Va che bello: stavolta si parte in discesa! Ma la pacchia dura poco: attraverso la provinciale, la Pioverna (il torrente che scende fino al Lago di Como) e subito la strada inizia a salire verso la Culmine di S.Pietro. Dopo pochi chilometri arrivo a Cremeno dove mi fermo a salutare i miei vecchietti che stanno passando qui l’estate al fresco. Gli sistemo un paio di cose, preparo loro il pranzo e poi li saluto e riprendo a pedalare in salita.
il tempo passa e la strada fatta è sempre troppo poca

La fontana della Culmine
Giusto il tempo di far qualche foto lungo la strada, il cielo è meravigliosamente blu oggi, e senza troppo forzare arrivo alla Culmine, non senza essermi fermato alla mitica fontana per riempire le borracce. La strada qui prosegue in discesa verso la Valtaleggio e quindi la Val Brembana, un giro classico per gli stradisti, ma io prendo quella sterrata li a destra che aggirando lo Zucco di Desio mi porterà a Olino e poi a Morterone.
le fontane sono le migliori amiche dei ciclisti

A Morterone
Di solito nei miei giri la percorro al contrario, ma oggi mi godo il panorama inverso. È una bella sterrata larga, dal fondo discreto, che con diversi saliscendi mi riporta sull’asfalto prima di raggiungere il paese di Morterone. Passo alto sopra le case fino all’eliporto, dove di solito lasciamo le macchine e poi a piedi o con sci e pelli di foca saliamo fino in cima al Resegone dal suo versante Nord. Ormai siamo alla fine di agosto, di gente in giro ce n’è ben poca, infatti al parcheggio non ci sono auto.

Una foto e poi faccio contenta la Genius: finisce l’asfalto e una bella sterrata sale senza mai esser troppo ripida fino alla Costa del Palio. Arrivato al passo mi fermo a mangiare qualcosa, salita e chilometri ne ho fatti, ma ne mancano ancora un bel po’ per arrivare a Monza!


Guardo l’orologio e mi do una mossa, se no a casa ci arrivo domani. Scendo veloce verso la Val Imagna, prima su sterrata poi su asfalto: l’idea è quella di raggiungere il Passo del Pertùs, scendere a Calolzio per rientrare seguendo l’Adda e poi la Brianza. Arrivato a Rota mi fermo in un bar per una birra ristoratrice e chiedo informazioni: mi dicono che il sentiero che vorrei fare è impraticabile per via di un paio di recenti frane, cambio quindi programma e decido di scendere tutta la Val Imagna su asfalto e una volta arrivato ad Almenno puntare al ponte di Paderno per attraversare l’Adda. La strada è bella e in discesa, in un attimo sono ad Almenno, qui inizio a prendere le ciclabili ben segnalate che mi portano nella giusta direzione. A un certo punto però mi accorgo che la strada riprende a salire, le rampe son sempre più toste e osservando il sole mi accorgo che vado verso Nord invece che a Ovest: mannaggia! Chilometri ormai ne ho fatti parecchi, di tornare indietro non se ne parla, però mi ricordo di aver fatto un giro in mtb da queste parti e c’era un sentiero che oltrepassando un paio di costoni mi avrebbe riportato nuovamente sull’itinerario. Chiedo info a un vecchietto del luogo che mi conferma il percorso. Man mano che mi inoltro sul sentiero mi ricordo anche che era bello tecnico, bello scassato e bello in salita nella prima parte. Ormai siam qui … tribulo un po’, poi finalmente esco da questa selva oscura e torno all’asfalto nella zona di Cisano: un po’ col gps e un po’ chiedendo info prendo una stradina che dovrebbe finalmente farmi raggiungere il ponte di Paderno. Azzz … ancora salita! Non guardo più l’orologio, ma il sole comincia ad esser basso sull’orizzonte, speravo di poter arrivare a casa per cena … mi sa che anche stasera si mangia riscaldato. Attraversando un piccolo paese vedo un bar, mi fermo per un panino e una birra: ormai non ce n’è più di benzina! La sciura vede come son messo e mi riempie per bene il panino, poi riempie anche il boccale fino all’orlo. Santa donna! Mi riposo un pochettino intanto che il gps si ricarica un po’, poi riparto: eccolo li finalmente il ponte, lo oltrepasso e senza troppo indugiare prendo la strada più breve per raggiungere Monza. Pensavo di rientrare il più possibile per sentieri, ma vista l’ora e la stanchezza che inizia a farsi sentire vado su asfalto. Il panino è entrato in circolo e la gamba riprende a girare, magari non sono troppo veloce, però non sono neanche lento. Arrivo ad Arcore poi a Villasanta da dove mi infilo nel Parco per raggiungere finalmente casa. Il viale Cavriga, quello che attraversa il parco da Est a Ovest è maledetto: un rettilineo lungo poco più di due chilometri che scende verso il Lambro e poi in leggerissima ma infinita salita raggiunge la porta di Monza. Anche oggi devo accendere le lucine per arrivare a casa, dove finalmente posso appoggiare le chiappe su qualcosa di più ampio e comodo della sella della Genius. Mangio poi scarico la traccia sul pc (il gps si è spento a poche centinaia di metri da casa …): ho pedalato per 125 km con poco più di 2000 m di dislivello complessivi. Niente male direi!