Anguille, zanzare e fenicotteri
Ancora in Romagna
Son passati un paio di mesi dall’ultimo gravelgiro da queste parti ed eccomi ancora qui con due giorni a disposizione per pedalare. Ovviamente con me c’è la fida tuttofare che non vede l’ora di ricominciare l’esplorazione di queste terre e dei percorsi che le attraversano. Questa è un’estate molto, molto calda, con temperature che raramente si vedono a queste latitudini. Va poi aggiunto che non piove da mesi e la siccità inizia a farsi sentire pesantemente in tutta Italia. E’ giovedì e arrivo a Lugo poco prima di mezzogiorno, raggiungo il b&b e dopo un leggero spuntino salgo in bici per inoltrarmi su queste stradine tra i frutteti e le vigne. Riempio le borracce ad ogni fontana, ma l’acqua si scalda subito e diventa quasi impossibile berla. Guardo il termometro 41°: penso di non aver mai pedalato con simili temperature! E’ ora di rientrare alla base, sono stanco accaldato e assetato, ho perso il conto di quante volte mi son fermato a riempire le borracce: adesso ci vuole proprio una bella birra fresca.
… è un’estate molto, molto calda …


Le Valli di Comacchio
E’ venerdì, siamo in agosto, c’è il sole e fa già caldo la mattina presto. Dopo la colazione carico la bici in macchina e raggiungo la località di Anita, nei pressi di Alfonsine. Siamo nel pieno della raccolta dei pomodori e per strada incrocio decine di camion stracarichi che vanno a conferirli al punto di lavorazione. Il programma di oggi prevede il giro delle Valli di Comacchio: ne ho letto ovunque, ho visto foto e sentito tanti commenti positivi. E poi mi incuriosisce quel nuovo tratto appena aperto che divide le valli con una linea retta lunga poco più di cinque chilometri. Famose per l’allevamento delle anguille e le tante zanzare presenti le Valli di Comacchio fanno ormai parte del più vasto Parco del delta del Po, in quanto ecosistema particolare dove molte specie di uccelli migratori sono ormai diventati stanziali. Come dice il titolo: anguille, zanzare e fenicotteri.
… anguille, zanzare e fenicotteri …


Argini, sole e un gran caldo
Anita: quattro case, una chiesa, l’ostello, un grande parcheggio, un bar e un negozio di alimentari. Lascio la macchina in un angolo del parcheggio sperando di ritrovarla all’ombra nel pomeriggio, scarico la bici e via. Dopo un paio di chilometri di asfalto raggiungo l’argine della valle e inizio a percorrerlo. Finché pedali non c’è problema, ma appena ti fermi vieni avvolto da una nuvola di zanzare fameliche. Ma qualche foto ai fenicotteri dovrò pur farla, no?!? Però, man mano che il caldo aumenta le zanzare diminuiscono fino a sparire: bene! Sono fermo a far foto quando mi raggiunge una coppia di ciclisti: in questo tratto l’itinerario non è ben segnalato e loro han paura di aver sbagliato strada. Guardiamo il gps (loro non ce l’hanno) e ripartiamo assieme. Se non fosse così caldo sarebbe anche più divertente, ma questi infiniti rettilinei sotto il sole sono eterni da percorrere!
… rettilinei eterni da percorrere …

La nuova ciclabile che divide le valli
La coppia di ciclisti con cui pedalo è di Como, così si chiacchera un po’ degli itinerari delle nostre parti. A un certo punto, sulla sinistra, vediamo la nuova ciclabile: è chiusa da un cancello ma c’è il passaggio ciclopedonale aperto su un lato. Sul cancellone ci son cartelli che dicono tutto e il contrario di tutto: “nuova ciclopedonale” “divieto di passaggio alle biciclette” “divieto di percorrenza anche a piedi” “itinerario ciclopedonale aperto al pubblico e realizzato con contributi …..” “ordinanza del sindaco di … che vieta il passaggio” “pista inaugurata e aperta al pubblico il …” insomma altri due cartelli e ci voleva un cancello più grande per attaccarli tutti. Restiamo un momento dubbiosi sul da farsi, poi vediamo altri ciclisti che arrivano in senso opposto e ripartiamo. Effettivamente è molto suggestiva: una lunga striscia bianca larga tre metri, l’argine erboso e la palificazione di contenimento che corre dritta come un fuso attraverso la valle. Anche il gps è interdetto: probabilmente garmin non ha ancora aggiornato le mappe e lui continua a segnalarmi che sono fuori strada: per lui mi trovo proprio in mezzo alla laguna! Faccio un sacco di foto costringendo i nuovi amici, Astrid e Curzio, a continue soste, ma anche loro si stanno godendo il percorso e quel filo d’aria che c’è non fa neanche sentir troppo il gran caldo. Arriviamo alla fine e raggiungiamo il nuovo punto info del Parco: è ancora in costruzione ma uno degli operai ci lascia riempire le borracce e utilizzare il bagno. Ci dividiamo: Astrid e Curzio piegano verso Comacchio, io vado verso il Lido di Spina. Sono passate le 13, non ho fame ma ho una gran voglia di bere qualcosa di fresco che non sia acqua. Vista l’ora c’è pochissima gente in giro, mi fermo ad un chiosco all’ombra dei pini e prendo una birra: la ragazza mi guarda e mi da quella più grande che ha “tanto questa la butti fuori tutta prima di arrivare li” e indica la strada a 30 metri da noi. La scolo in attimo e riparto, guardo il termometro li di fronte (e quello del garmin conferma…) 46° : …azz, siamo pure all’ombra! E mentre la profezia della barista si avvera (birra sudata in 20 metri!) riparto verso Comacchio.



Comacchio e i suoi ponti
Dopo una decina di chilometri arrivo a Comacchio e entro in paese, qualche foto a ponti e canali poi riparto per chiudere il giro. Ormai non faccio neanche più caso alle migliaia di fenicotteri che a gruppi si presentano nell’acqua vicino agli argini. Non c’è un filo d’ombra e questi rettilinei sembrano non finire mai. Fa talmente caldo che l’acqua appena messa nelle borracce diventa subito caldissima e imbevibile. A un chilometro da me vedo una piccola pianta sull’argine, una robinia penso, e man mano che mi avvicino mi sembra che ci sia sotto qualcosa di grosso che si muove. Mi preparo a incontrare qualsiasi cosa o animale, ma arrivato li vedo che sono solo quattro cicloturisti che cercano di starci tutti sotto quella piccola macchia d’ombra. Ridendo proseguo finché la sterrata termina con uno slargo a ridosso della provinciale. Guardo il gps che mi indica di andare a sinistra, ma i cartelli stradali indicano dritto (e segnalando il doppio dei chilometri). Proprio in quel momento un furgone entra nello slargo e ne scende un operaio: “scusi per Anita?” “mi indica a sinistra e mi dice “dodici chilometri dritti tra la valle e il fiume!” poi mi guarda la bici, vede le borracce vuote e aggiunge “ma quelle sono vuote tutte e due? Con questo caldo non ci arrivi mica ad Anita senza acqua! Vieni qua…” apre il furgone e tira fuori una bottiglia d’acqua dalla borsa frigo “Dai, dammi qua che te le riempio” lo ringrazio, bevo (ormai avevo la sabbia in bocca!) e riparto. Aveva ragione: 12 chilometri e quattrocento metri dopo arrivo alla piazza di Anita, la macchina è ancora all’ombra e il bar ha l’aria condizionata … birretta? Un gran bel giro, da farsi però in altra stagione, quando fa meno caldo. Da rifare sicuramente prendendosi tutto il tempo che serve, senza fretta, per pedalare e far foto, ma anche solo per godere di questi panorami.
… da rifare sicuramente prendendosi tutto il tempo che serve …


